Christopher ed Enrico si sono conosciuti circa un anno fa. Christopher voleva fare il pizzaiolo, così il suo operatore Stefano gli ha fatto conoscere Enrico, professionista nel settore pizza e da oltre 10 anni proprietario di Happy Box, pizzeria d’asporto situata nel cuore dell’Arcella, ma che grazie al lavoro dei suoi ragazzi raggiunge tutti i quartieri di Padova.
Ciao Christopher da quanto lavori qua? C: Da un annetto lavoro qui. Vengo qua un giovedì al mese dalle 17 alle 18.30. facciamo l’impasto, inforniamo le pizze, faccio le scatole, condisco la pizza e tante altre cose.
Ti piace stare qua? C: Sì.
Cosa ti piace di più? C: Mi piace fare le pizze e vorrei imparare a prendere gli ordini.
Ti piacerebbe farlo come lavoro? C: Sì. Sono soddisfatto di me. Quando ho imparato ad aiutare in mensa alla Polis e mi hanno fatto servire i compagni, li servivo e aiutavo le persone in carrozzina. Ogni tanto c’era la pizza e me la facevano tagliare. Da lì ho capito che mi sarebbe piaciuto lavorare in una pizzeria.
Enrico, tu da quanto hai Happy Box? E: Ho questa pizzeria da 10 anni e da 20 anni faccio questo lavoro, ho iniziato quando avevo 14 anni. Qua puntiamo molto su impasti di vario tipo e sulla consegna a domicilio, abbiamo clienti da tutta la città quindi consegnamo in tutta Padova.
Quando hai conosciuto Cris? E: Tutto è partito da Stefano che mi ha detto “Ho un ragazzo che vorrebbe fare il pizzaiolo e vorrebbe farti delle domande” è venuto qua, mi ha chiesto un po’ di cose e allora gli faccio:“Perché non provi?” Poi si è instaurata un’amicizia, sono andato a trovarli in comunità e siamo andati a mangiare fuori insieme. Non la pizza però. Mi sono avvicinato un po’ alla comunità
Come avete impostato il lavoro? E: All’inizio l’ho fatto provare una, due, tre, quattro volte. Sinceramente non mi aspettavo dei risultati, ero molto scettico. Ma mi sono accorto che tutti arrivano al punto, chi prima chi dopo. E questo mi ha dato molta fiducia. Poi lui ha la ragazza, quindi ogni tanto le preparava la pizza a forma di cuore, sono belle cose. Mi è piaciuta l’esperienza.
Che cambiamenti ci son stati da quando è arrivato? E: È subentrato un rapporto di amicizia. A volte mi sono arrabbiato. Non è facile, ma se sei bravo per 55 minuti e gli ultimi 5 minuti ti distrai, mi innervosisco. Finita ogni lezione compiliamo una scheda valutativa delle attività che ha svolto, prima lui scrive come pensa che sia andata lui e poi valuto io… non sempre le due opinioni coincidono, però sta migliorando molto. Io gli sto insegnando un po’ di tutto, perché son cose che potrebbero servirgli un giorno e poi lui vorrebbe venire a lavorare qua, quindi è importante che faccia bene ogni cosa, ci tengo molto.
Questo progetto da dove nasce? E: Rientra nei progetti Inclusivi nel territorio realizzati dalla cooperativa Il Portico. È partito da un desiderio di Chris e dalla volontà di misurarsi in un contesto lavorativo reale. Ma serve anche a me per mettermi alla prova, non sapevo se sarei stato all’altezza. Questa esperienza mi ha cambiato, vedo le cose sotto un’altra ottica.
Se dovessi dare un consiglio a un datore di lavoro che si trovasse nella tua situazione? E: Gli direi di non fermarsi alle apparenze. E poi dovrebbe farlo più per sé che per il ragazzo, perché è una cosa che ti cambia. Bisogna viverla e se uno vuole il tempo di farlo lo trova.
Cristopher, una cosa bella e una cosa che cambieresti di Enrico? C: Enrico è buono, saggio, concentrato, sa aiutare gli altri, insegnare con la sua forza. Mi ha dato anche il diploma di pizzaiolo di primo livello. Dovrebbe avere un po’ più pazienza. Ma l’importante è volersi bene. È il migliore pizzaiolo del mondo, mi è rimasto nel cuore.
Una cosa bella e una cosa che cambieresti di Christopher? E: È una persona bella in tutto. Forse dovrebbe pretendere un po’ meno esclusività 🙂 non c’è solo lui che vorrebbe lavorare qua e purtroppo non è così semplice, usciamo da un periodo pieno di difficoltà. Dobbiamo procedere un passetto alla volta. Però lo sa che gli voglio bene.
Nell’ultimo anno ho lavorato molto partendo dal desiderio degli utenti.” ci racconta Stefano Michelon, responsabile della Comunità Alloggio per persone con disabilità “Il Biancospino”, dove vive anche Christopher “Quotidianamente al mio arrivo in comunità Christopher, Massimiliano e Alessandro mi chiedevano se sarebbero stati in grado di fare il pizzaiolo, il barista, il rilegatore. Abbiamo condiviso la bellezza del desiderio/sogno ma anche le relative difficoltà lavorando sulle abilità da acquisire coinvolgendo realtà del territorio dove sperimentare questi ruoli e le relative competenze. All’oggi grazie alla collaborazione di Happy Box, un chiosco-bar estivo e un piccolo laboratorio di rilegatoria stiamo realizzando questi “progetti di vita”. In una logica inclusiva le realtà ospitanti hanno modificato il loro funzionamento rendendo “accessibile” il contesto. Ciò non significa che i contesti siano divenuti benevoli perchè accolgono persone con disabilità ma si sono “sincronizzati” sui tempi degli utenti e sulle loro capacità peculiari.
La strada è in salita ma il fiato è tanto e Massimiliano, Christopher e Alessandro ne hanno da vendere.”