A La Bussola la partecipazione crea rigenerazione - Gruppo Polis

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A LA BUSSOLA LA PARTECIPAZIONE CREA RIGENERAZIONE

Sandro e Piero attraversano la grande sala adibita a mensa con un carrello pieno di contenitori per alimenti; sono appena tornati dalla “ronda” quotidiana e scortano soddisfatti il cibo per il giorno dopo, recuperato da sette istituti scolastici di Padova e Cadoneghe ed un supermercato Eurospar. Ai tavoli qualcuno sta ancora mangiando, altri chiacchierano davanti al bancone del Bar Bianco aspettando il caffè. Luciana si aggira inquieta con un foglio pieno di nomi con affiancate delle crocette: “Non trovo a chi assegnare il turno della pulizia oggi. L’hanno già fatto tutti e non so da dove ricominciare.”

Un primo pomeriggio come tanti, a La Bussola, salvo per il gelo che entra nel Centro Diurno non appena si spalanca la porta. Gli utenti arrivano alla spicciolata, qualcuno un po’ più in ritardo, ognuno secondo le sue abitudini. Alcuni mangiano in silenzio, con la giacca abbottonata e la sciarpa attorno al collo, come fossero un po’ di fretta; altri invece hanno voglia di parlare, creano piccoli gruppi, scherzano volentieri. “La Bussola non è un luogo caldo soltanto dal punto di vista fisico ed emotivo; è un posto coccolo, rassicurante, quasi materno. Quando esci di qua ti senti un po’ migliorato”, mi spiega Massimiliano, educatore presente al Centro da metà 2016. “Mi sono affezionato anch’io a queste mura, all’atmosfera che si respira all’interno.”

La struttura di Gruppo R, situata nel quartiere Arcella dal 2005, offre un servizio di prima accoglienza a persone in condizione di grave emarginazione, in particolare senza dimora, non limitandosi a fornire loro risposte ai bisogni più urgenti (pasti, docce, lavanderia), ma promuovendo una serie di attività che mirano allo sviluppo di relazioni e alla creazione di percorsi di autonomia. A Padova, secondo l’ultimo rapporto della Caritas Diocesana (“Perché lo coltivasse e lo custodisse”, 2016), sono oltre trecento le persone senza dimora, numero destinato a crescere soprattutto a causa all’aumento delle persone che incorrono nelle nuove povertà.

“Noi non vorremmo essere percepiti soltanto come una mensa. Certo, siamo anche questo, ma qui l’utente può scegliere di uscire da una dinamica puramente assistenziale e diventare co-produttore del servizio” continua Massimiliano “Da fine 2016 abbiamo iniziato un percorso orientato allo sviluppo di un approccio partecipato al servizio che forniamo da parte degli utenti stessi, partendo dal modello del welfare generativo.”

Il welfare generativo

Il modello, proposto in primis nel 2012 dalla Fondazione Zancan nel suo rapporto “La lotta alla povertà”, ed orientato alla presa di coscienza di una responsabilità personale dell’utente che permette il transito dalla logica del consumare a quella del rigenerare, punta tutto sulla necessità di un’attivazione volontaria: “ogni individuo che riceve sostegno può, in base alle proprie competenze e disponibilità, mettersi a disposizione per fare qualcosa per la società” (Fondazione Zancan, 2012).

“Siamo partiti anche noi dall’assunto che chiunque sappia fare qualcosa qui può farloriprende Massimiliano “E nel primo periodo di sperimentazione di questo approccio uno dei punti più critici è emerso proprio nelle controversie dell’aspetto volontario di questo modello. Si sono presentate alcune incomprensioni e vissuti d’imposizione soprattutto con persone frequentanti il servizio da anni ed abituate ad un approccio assistenzialista.”

Il dialogo tra ospiti e operatori, il tempo e la messa in moto di alcuni strumenti di partecipazione, però, hanno permesso di intraprendere con successo questo percorso; dopo un breve ed iniziale periodo di coordinamento dietro le quinte, nell’autunno del 2016, tra operatori e volontari, viene predisposto un primo momento di condivisione plenaria del progetto, e soprattutto del suo significato, con gli ospiti del Centro Diurno. Successivamente, la creazione di piccoli gruppi di lavoro autonomi nella gestione dei vari servizi e l’inizio della sperimentazione vera e propria, avviano la rigenerazione della Bussola: continuano le consultazioni di gruppo e gli ospiti sono guidati nella gestione concreta dei vari compiti e nell’organizzazione degli stessi, viene definito un mansionario specifico e si lavora sull’importanza della responsabilizzazione.

Attività svolte oggi a La Bussola dagli utenti

●      Distribuzione pasti

●      Distribuzione pane e bibite

●      Preparazione dei tavoli

●      Gestione Bar Bianco

●      Pulizie interne al Centro

●      Pulizie esterne al Centro

●      Pulizia del laboratorio

●      Lavatrici

●      Gestione dei rifiuti

Alcuni ospiti sono coinvolti nel progetto food recovery, 12 persone nel 2017 tra lavaggio stoviglie e recupero pasti. Tali attività hanno una pregnanza differente rispetto alle attività partecipative volontarie perché richiedono un grado di responsabilizzazione, impegno e costanza che vengono riconosciute con un piccolo contributo economico.

“La tendenza a collaborare è stata in generale positiva, nonostante i diversi livelli di consapevolezza e comprensione delle ragioni che sottostanno a questo nuovo funzionamento del Centro” conferma Massimiliano, “A fine 2017 la maggior parte degli utenti ha aderito al mansionario, con relativa sottoscrizione dell’attività proposta. Il cambiamento nell’erogazione del servizio è stato percepito non solamente da parte di chi frequenta il centro ma anche degli operatori e volontari, per i quali è molto facile cadere nelle dinamiche dell’assistenzialismo.”

“La Bussola sta cambiando molto, se ripenso a quando sono arrivato: tutti noi ci diamo da fare per far funzionare la struttura ora e penso sia molto positivo. Tutti fanno qualcosa e danno una mano. Non è richiesto molto: io ora devo distribuire le bibite durante il pranzo ed è un’attività veloce, faccio presto! Per me essere attivo e avere qualcosa da fare è fondamentale per farmi sentire bene.”  (Lucio, utente de La Bussola)

La Bussola oggi*

Utenti: 69

Servizi erogati:

  • Pasti: 7904
  • Docce: 357
  • Lavanderia: 348

Persone coinvolte in:

  • Sostegno al reddito: 16
  • Attività partecipative:23
  • Laboratori: 17
  • Orientamento lavoro: 42

*Dati dicembre 2017

Nelle attività da svolgere sono coinvolti quotidianamente, a turno, una quindicina di persone. Oltre alla gestione ordinaria del Centro Diurno, La Bussola ospita al suo interno un laboratorio di terracotta ed uno di assemblaggio, nei quali alcuni utenti possono volontariamente svolgere piccoli lavori per il Laboratorio Occupazionale Protetto di Gruppo R. Inoltre, per poter prendere parte al progetto “Il cibo oltre la mensa” e svolgere le mansioni relative alla mensa, alcuni utenti si sono formati al corso HACCP per Addetti Manipolazione degli Alimenti.

“A La Bussola mi è stata data anche la possibilità di svolgere delle attività, a volte ricevendo un piccolo compenso: lavando i piatti sono riuscito a pagarmi il corso per il patentino che mi serviva per poter lavorare; ho fatto anche altro, come attività di volantinaggio e raccolta pasti dalle scuole. Inizialmente, in realtà, avrei dovuto frequentare due giorni la settimana il laboratorio di assemblaggio, ma questa cosa proprio non riuscivo ad accettarla, stare fermo non fa proprio per me, mi veniva sonno e mi annoiavo. Da qualche tempo, per fortuna, però c’è anche la possibilità di poter svolgere delle attività manuali grazie alla presenza di alcuni volontari, ora sto frequentando il laboratorio di terracotta.” (Mario, utente de La Bussola)

“Stiamo cercando di rendere La Bussola un fulcro di attività che aggiungano valore anche al contesto territoriale nel quale siamo inseriti. Nel 2014 abbiamo condotto uno studio con la Human Foundation, che ha realizzato che ogni euro in questo progetto genera un “guadagno” in termini di valore sociale netto pari a sei euro” conclude Massimiliano, “ora l’obiettivo è proseguire in questo percorso di cambiamento. Non si può dire che ora la strada sia in discesa, ma è in atto un effetto domino educativo molto positivo per cui anche i nuovi ospiti che fanno il loro ingresso a La Bussola vivono con totale naturalezza il funzionamento generativo del servizio.”